La civilizzazione europea ha scelto il suo distruggitore davanti al muro della dicotomia. La dicotomia è un muro, non un bivio.

Giusto e Sbagliato esistono specialmente quando si definiscono degli standard, delle regole e delle ipotesi. Esiste Giusto e Sbagliato per la Natura? NO. Noi troviamo ingiusto che il micio afferri il cucciolo di uccello e ci giochi fino a che il corpo slogato non dia più segni di movimenti propri. Quando il malcapitato è morto, non è più interessante e viene lasciato a marcire come un qualsiasi altro oggetto. L’essere umano si mette in mezzo trovando l’azione del micio estremamente crudele. L’essere umano ha sviluppato l’empatia che è un’emozione estremamente radicata nell’istinto di sopravvivenza della nostra specie.
Biologicamente la capacità di comprendere le sofferenze di un altro essere (umano) ha garantito la moltiplicazione degli individui evitando l’estinzione. Una madre che aiuta un’altra madre durante il parto, perché sa che la tribù avrà bisogno di forze vigorose per poter sopravvivere e perché ha conosciuto il dolore del parto, garantirà maggiori possibilità di trasmettere il proprio DNA e con esso anche l’educazione a quegli stessi valori. Quindi percepiamo come Giusto, istintivamente, l’aiutare ed il farsi avanti con altri esseri umani, o addirittura animali, nel momento del bisogno.
Questa è Etica.
Perfetto.
Il problema comincia a sorgere quando si lascia lo stato di tribù e si entra nell’era cittadina post-romana: l’alto e poi il basso Medioevo instaurano, attraverso il cristianesimo, un’idea di Giusto e Sbagliato rituale e legalizzatore: la morale. Tutto ciò viene poi secolarizzato da Kant in persona.
Ovvero ci sono usanze più giuste di altre, ci sono dei modi di comportarsi migliori e peggiori secondo un certo giudizio legale talvolta addirittura calpestando quel principio etico di giusto perché: Dura Lex sed Lex…
Quando si assume che moralmente ci sia un giusto ed un sbagliato, sempre ed in qualunque modo, si sta togliendo alla realtà quella parte di incomputabilità intrinseca alla non-conoscenza. Questo non tanto perché giusto-sbagliato non vengano effettivamente posti, bensì perché si nega la via alternativa non prevista dalla dicotomia programmata.
Il partito B dice che il partito A dice cose sbagliate, il codice di condotta dice di fare così…, Sì all’auto elettrica, No al diesel, Sì alle rinnovabili, No al Nucleare, No all’Ilva, Sì alla de-industrializzazione. No all’inflazione, Sì alle sanzioni contro gli stati sbagliati. Giusto-Sbagliato-Giusto-Sbagliato: la realtà diventa un bivio dicotomico senza possibilità di alternativa: 1 – 0, Vero Falso, anche un computer può farlo. Per il cristianesimo spicciolo della Chiesa c’è sempre l’azione giusta e quella sbagliata quella che il sistema ti dice essere parola di Dio. Tutto molto semplice. Ma allora perché il micio ammazza l’uccellino quando entrambi sono creature di Dio? Perché i bambini muoiono in guerra?
Ricordiamo che non stiamo per nulla affermando che giusto e sbagliato esistono allo stesso tempo 50/50, che un computer dia risposte 50% Vero e 50% Falso. Le scienze sono basate su ipotesi più chiare e di conseguenza possono basarsi più saldamente sulla logica booleana ma la realtà del sistema umano-legale-strategico non può basarsi sulla semplice dicotomia: non si gioca a Poker a carte scoperte.
La realtà europea si basa sulla dicotomia giusto-sbagliato, sulla colpevolizzazione degli errori e sull’invidia dei successi altrui. Un occhio di Sauron che punta il colpevole, chi commette l’errore. Il giudizio che arriva dall’alto come la mannaia del boia. Una cultura della protezione dal giudizio altrui, dalla fuga dalla responsabilità diretta che soggetta a quella mannaia.
Il muro del giudizio morale è la guerra dei poveri che ci fa perdere tempo e che pagheremo con l’inflazione.
E quindi? Tutto questo per dire cosa? Facciamo un riassunto:
- Giusto e sbagliato non esistono intrinsecamente nella Natura bensì sono un costrutto umano.
- Costrutto che serve quando le dovute ipotesi sono poste: è giusto salvare un bambino perché ci immedesimiamo nel dolore che può provare nel caso sia ferito. Lo reputiamo giusto in base alla preservazione della nostra specie. È sbagliato non punire severamente chi si macchia di un crimine efferato, dato che si conoscano i moventi.
- Giusto e sbagliato sono concetti utili nella scienza in termini di falsificazione e dialettica.
- Giusto e sbagliato cadono quando le ipotesi non sono poste in maniera appropriata e il giusto o sbagliato diventa un processo di scelta puramente ideologica: è giusto mettere le tasse sulla CO2, la transizione green è giusta. Questo muro dicotomico implica che tutto ciò che non è uno è l’altro ma la realtà è che i sistemi, per essere robusti, devono essere basati su tecnologie multiple e strategie che coprano molteplici campi applicativi. Gli scenari geopolitici possono cambiare rapidamente e non si può basare l’economia o le risorse energetiche solo su una fonte, di conseguenza non può esserci un giusto e sbagliato netto sull’utilizzo di tecnologie strategicamente chiave, NON può esserci un NO al nucleare a meno che non sia intenzionale alla distruzione dell’Europa. Bisogna prendersi la responsabilità delle scelte strategiche e non nascondersi dietro alla paura di sbagliare ed essere colpevoli dell’ERRORE.
- È giusto non definire tutto in soli termini di giusto e sbagliato. Complementarmente è sbagliato definire tutto in termini di giusto e sbagliato. Perché? ci si potrebbe chiedere. La risposta è semplice, ovvero il punto 1, giusto e sbagliato sono concetti umani e non Naturali, di conseguenza, l’approccio dicotomico è limitativo di una realtà più ampia (che appunto va oltre la dicotomia) e non ha senso etico limitarsi aprioristicamente.
Risulta per noi chiaro che il processo di Giusto e Sbagliato ha senso e non ha senso in base alle ipotesi che sono state poste. È una forma di koan Zen, molto vicino all’idea che la vita, pur incomputabile, sia alla fine digitale ovvero: nelle infinite possibilità che si presentano, l’azione di prendere una decisione, Sì o No, è a tutti gli effetti un’azione digitale, un bivio. Non prendere una decisione comunque corrisponde ad un sì o ad un no.
È sbagliato l’ipernormativismo europeo che, pur cercando di tutelare tutti, sta invece soffocando la capacità industriale e creativa.
È sbagliato digitalizzare tutto specialmente senza essere i padroni della digitalizzazione, ovvero: la pubblica amministrazione di uno stato, digitalizzando i suoi servizi e usando Sistemi Operativi non proprietari, passa la responsabilità della stabilità dei propri sistemi ad un ente terzo che può lavarsene le mani senza chiedere scusa.
È sbagliato credere in una transizione green quando chiaramente non esiste una strategia progressiva economico-energetica per effettuarla. Esiste solo l’impianto normativo che de facto crea una transizione green ideologica ponendo date senza curarsi di verificare la fattibilità di quanto normato.
Questo si basa sull’ipotesi che l’Europa non voglia suicidarsi, ma appunto, alla Natura non frega nulla se l’Europa si suicida. Che se finissimo in una guerra termonucleare e tutte le forme di vita sulla terra fossero spazzate via, la Natura continuerebbe. Il buco nero all’interno della galassia continuerebbe ad ingoiare materia, la Grande Macchia Rossa di Giove continuerebbe a girare per il pianeta, ci sarebbero sempre le tempeste sulle piane ventose di Marte. Il Sole spazzerà via la Terra tra qualche miliardo di anni. Non per questo però da umani che siamo dobbiamo gettare la spugna e arrenderci all’inesorabile ed inscusabile legge Naturale oppure soccombere sotto le bombe legali create da noi stessi.