Ci correggiamo immediatamente, non è solo l’Euroba ma tutto il segmento atlantico della società del consumo.

Potremmo citare il film “Idiocracy” e finire l’articolo così ma non lo faremo. Piuttosto partiamo con lo spiegare approssimativamente cosa si intende per media.
La media (non la scuola) è un numero che non necessariamente è rappresentato da un elemento del campione statistico ma è il centro dell’area della distribuzione di quel campione statistico (se la distribuzione normale è simmetrica allora moda, media e mediana corrispondono ma non ci interessa approfondire questi aspetti).
Se prendiamo uno strumento di misura e chiediamo a mille persone di misurare un oggetto il più precisamente possibile avremo una distribuzione gaussiana dei valori di quella misura.
Alcuni dei soggetti misureranno una volta 13.73, 13.75 13.69mm, altre 15cm, poche 1371 banane perché non conoscono il significato della virgola e delle unità di misura. Altri ma pochi ancora 13.72+/-0.015 @ 1σ. Questi ultimi hanno fatto molteplici misure con lo strumento dato, trovato il valore medio (µ) delle misure e stimato la precisione con un intervallo di confidenza (1σ).

dove N è il numero totale di misure.
Facendo una statistica dei valori misurati e graficandoli otterremo probabilmente una gaussiana:

Nel centro vediamo 13.725mm, che è il valore medio µ calcolato secondo la formula qua sopra (stiamo assolutamente sparando a caso, è solo un esempio). Ma magari quel numero nessuno l’ha misurato direttamente.
A sinistra ci sono i valori della gente che non sa usare lo strumento dato e spara praticamente numeri a caso, qua ipotizziamo, forse ottimisticamente, che siano un numero ragionevolmente ridotto. La media dei numeri dati rappresenterà un valore medio della misura mentre nella parte destra della curva appariranno risultati molto più accurati ma anche meno frequenti poiché la loro complessità richiede probabilmente almeno un dottorato in fisica.
Cosa ci dice tutto ciò? Che il valore dato da persone mediamente intelligenti sarà corretto nella misura in cui non serve grande precisione ma ci dice anche che, se si sceglie il valore democraticamente, si otterrà un risultato mediocre, per lo meno non di rilevanza scientifica.
Inoltre, la curva ci da uno spaccato dell’intelligenza (in un settore) delle persone. Qua la curva l’abbiamo disegnata simmetrica…ma gli stupidi potrebbero essere molti di più degli intelligenti…
Ora immaginiamo che veramente quella gaussiana sia la rappresentazione del QI di uno stato o di un continente, l’Euroba ad esempio. Il valore medio del QI è per definizione 100, a sinistra ci stanno gli stupidi, a destra quelli più svegli. Qui non stiamo definendo l’intelligenza, non è questo il punto. Mettiamo poi che non esista più selezione naturale (= sei stupido, mangi una amanita muscaria, muori e non ti riproduci: potrebbe accadere al 90% dei milanesi se messi al di fuori del loro ambiente naturale) e mettiamo anche che il massimo valore della cultura eurobea sia quella di preservare la vita di chiunque il più a lungo possibile. Come fa l’Euroba a mettere in atto i sistemi per imporre il proprio valore? Legiferando! ovvero inserendo normative che obbligano a progettare sistemi sempre più sicuri: a prova di stupido.
Bene, tiriamo una linea verticale al QI=85, rappresentazione di una norma o legge emanata dalla Euroba e che deve essere rispettata (per ridurre il rischio di incendio bisogna progettare un impianto antiincendio, poi ogni anno calibrare tutti i sistemi antincendio, poi cambiare tutte le porte in porte tagliafiamma, poi ogni anno vanno ricalibrate le porte, poi l’anno dopo i materiali delle porte tagliafiamma non sono più a norma, quindi bisogna cambiare tutte le porte…e via dicendo). Quella linea sarà anche lo spartiacque tra tutti quelli con un QI>85 per cui l’applicazione di quella norma sarà stupida e tra quelli con un QI≤85 per cui quella norma sarà sensata.
All’inizio le normative per la sicurezza, ad esempio, potevano avere anche un senso, ovvero applicare qualche principio di base che costa relativamente poco (l’impianto antiincendio, fatto una volta, quello è per trent’anni) ma che ha dei vantaggi immensi, dovesse capitare l’evenienza catastrofica. Ma la cosa attualmente è sfuggita di mano. Noi crediamo che a lungo andare l’applicazione di regole al ribasso di intelligenza porti a spostare la curva del QI assoluto verso QI inferiori. L’effetto moltiplicante è che gli stupidi sopravvivono e si riproducono in media maggiormente rispetto agli intelligenti (e qua citiamo Idiocracy).
Inoltre, gli intelligenti, dovendo sottostare a regole idiote, si troveranno a perdere una infinità di tempo a interfacciarsi con idioti a riguardo di regole idiote (rumore termodinamico e qua si veda: Sgaragac e burocrazia termodinamica). Far perdere tempo ad un intelligente è corrispettivamente privarlo di crescere esperienza e conoscenza quindi, de facto, è renderlo più stupido.
La smaterializzazione dovuta alla digitalizzazione di tutto accelera l’instupidimento proprio perché viene sottratta l’intuizione dell’azione che obbligava gli stupidi di trent’anni fa a reagire più velocemente (per istinto di autopreservazione). Magra consolazione ma oggi… oggi si aspetta, si aspetta che il processo abbia raggiunto il completamento, che i file siano caricati nel cloud. Si attende stupidamente guardando il monitor elettronico che ci istruisce sull’azione successiva da effettuare secondo menù a tendina preimpostati (si veda: Opzione e mancanza dell’opzione).
Che ci siano o meno studi scientifici a dimostrare l’epidemia di rincoglionimento complessivo è irrilevante, se non lo vedi da solo allora sei stupido. Ci dispiace ma fai parte del lato sinistro della gaussiana.