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Essere o Non-essere di…

    Ne siamo qui per fare politica ne per categorizzare aristotelicamente i peli nell’uovo ma c’è una interessante contrapposizione nel mondo politico che richiede di essere messa allo scoperto: essere di destra o essere di sinistra.

    Nel mondo antico non esisteva il concetto di “destra e sinistra”, non c’erano partiti politici che si alternavano facendo e disfacendo eternamente. Esisteva però quella che potremmo definire: tacita conoscenza delle regole umane, divine e naturali.

    Il buon senso era quello che per la maggior parte delle volte, specialmente per le regole naturali e umane, bastava a sopravvivere e anche vivere bene. Se il buon senso ti diceva di non andare nel bosco perché ci sono i ladroni, la conseguenza naturale di entrare nel bosco era che, con buone probabilità, uscivi ben ripulito oppure non uscivi. Viceversa, non c’erano così tanti ladroni, al contrario di come vorrebbero farci credere essere stato il “Medioevo” …sempre brutto tempo, nebbioso, fangoso e freddo, pericolosissimo, ma non divaghiamo.

    Ecco, torniamo al bosco, come direbbe Jünger, ma in questo caso seguiamo un liberal-progressista odierno avvisato del pericolo dei ladroni. Ovviamente lui, in barba alle regole naturali e umane, ci andrebbe per dimostrare una specie di superiorità del principio kantiano di giustizia (non divino eh! Ben inteso). Così facendo, si selezionerebbe darwinianamente, il che manterrebbe un certo equilibrio nella gerarchia umana (l’idiota che va nel bosco, pur avvisato, non si riproduce oppure impara la lezione e insegnerà alla progenie di non andare nel bosco pieno di ladroni…ricordiamo però al lettore che oggigiorno i ladroni sono fuori dal bosco…e anzi, consiglieremmo a chi è ancora sano di mente di trovare rifugio nel bosco).

    Oggi però il liberal-progressista sinistroide sopravvive e la selezione darwiniana si blocca perché esiste un impianto di regole e burocrazia che lo salva.

    Nello stesso caso, come dicevamo, il reazionario di destra, che sa che le regole, una volta a tu per tu coi ladroni, non lo aiuteranno a sentir meno male alla testa dopo la mazzata ricevuta, nel bosco non ci va. Nel caso in cui però nel bosco ci dovesse andare allora si armerebbe di tutto punto. Oppure potrebbe formare un piccolo manipolo di uomini che hanno necessità di attraversare il bosco prima o poi e vaporizzare sti maledetti ladroni (si vedano i romani contro i pirati al tempo di Pompeo).

    Ecco, nella società moderna legalizzata, al nostro uomo che si difenderebbe da solo, non solo gli è vietato di portare un’arma ma verrebbe anche sanzionato nel caso avesse necessità di difendersi. Per altro i ladroni non vengono neanche puniti.

    Quello che unisce il reazionario odierno di destra ai suoi commilitoni del passato è quella realistica caratteristica di stima e intuizione dei limiti suoi e della realtà dell’attimo. La stessa intuizione delle leggi Naturali che gli permettono di sopravvivere. La stessa intuizione che non vede un giusto ed uno sbagliato morale bensì una schietta causalità.

    Il moderato liberale progressista di sinistra invece non trova un corrispettivo suo simile nel passato perché chi non aveva quella intuizione di causa-effetto semplicemente crepava. La Natura, priva di giudizio, faceva il suo corso. Perfino un cortigiano alla corte di Luigi XIV avrebbe avuto più buon senso: la paura è una forma di buon senso che darebbe quel minimo di senso di impotenza a quel cortigiano che andasse nel bosco.

    È attraverso uomini di destra che dal buon senso si è giunti a determinare leggi e patti tra gli uomini. Senza comprendere il legame tra il buon senso e le leggi (l’eliminazione del servizio di leva obbligatorio è esattamente parte di questa incomprensione) si è aperta la porta agli individui deboli di spirito che si basano solo sulle leggi per la propria difesa e stabilità. Oggigiorno siamo al punto che la legge burocratica è diventata una istituzione e sia completamente scollegata col mondo reale (buon senso appunto). 

    L’uomo di destra, reazionario, cerca l’equilibrio dentro se stesso, non lo cerca all’esterno, non si affida a regole esterne che potrebbero cambiare in base al politico di turno (si veda Leggi di Natura e Leggi di Diritto Leggi della Natura e Leggi del diritto). Il perbenista di sinistra considera il reazionario come un bruto senza legge e di poca intelligenza, come se non potesse capire le importantissime complessità del sistema di leggi imbastito per gestire la società. Il leccatore di regole ha il ventre gonfio, zampe sottili e collo lunghissimo, una testa tonda con pochi capelli, gli occhiali fanno parte del suo esoscheletro dovendo, per necessità di sopravvivenza, controllare ogni singolo comma o paragrafo di ogni leggiucchia uscita nella gazzetta ufficiale. Vive alle spalle di chi crea e produce beni tangibili, ne succhia il nettare pregiato che deriva dall’efficienza e lo trasforma nella materia meno nobile termodinamicamente: calore a bassa temperatura, rumore. Il perbenista non è il proletario che lotta per la sua indipendenza dal padrone capitalista, bensì è quello che giustifica la schiavitù del proletario e frena il produttore di capitale. Il sinistro legalizzatore è un parassita intestinale che, nascosto tra le pieghe del retto, sfrutta la salute e la forza dell’organismo ospite fino a fiaccarne le membra col tempo e l’eterna instancabile pazienza. Il progressista ha fede cieca nella scienza ma non sa cos’è la scienza perché non si sporca le mani avvitando componenti e facendoli funzionare, chiama un esperto o un tecnico anche quando deve sgorgare il lavandino, metafora della sua anima. Il progressista ha fede nel futuro, nel progresso della tecnica ma usa Apple, parla di Democrazia ma non può essere in grado di difenderla perché se andasse nel bosco come nel Medioevo piovoso, nebbioso e freddo finirebbe scuoiato vivo con la pelle lasciata a tirare tra gli alberi. Quindi assurge a leccare deretani sempre a più alta quota così da proteggersi e poter partecipare, insieme ad altri suoi simili, alla rendicontamentazione di regolamentazioni sempre più elaborate e solipsistiche. Sputa nel piatto dove mangiava prima e succhia lo spurgo dei suoi superiori.

    Ricordiamo quindi che l’uomo di destra, nel caso non si fosse capito, rispetta le leggi fintanto che hanno un senso reale mentre comincia a fregarsene quando le leggi di diritto vanno a contraddirsi oppure sono in palese controsenso col buon senso.

    Questa è la vera e unica differenza tra uomo di destra e di sinistra, al di là di tutti i partitismi inutili, ciò detto, ne giustifichiamo certe nefandezze di plausibili uomini destreggianti ne quantomeno lasceremmo impunite porcherie assolutamente legali perpetrate da pusillanimi sinistrorsi. Al lettore deve essere chiara questa differenza perenne, rintracciabile fino all’alba dei tempi, pur ricordando che l’essere progressista è comunque una moda recente.