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Come ho imparato a preoccuparmi e ad amare il complottista

    Il complottista viene sempre dipinto come una macchietta negativa. Ha torto, è ridicolo e da ridicolizzare, al punto tale da non godere nemmeno del diritto che si concede ad ogni categoria(io non faccio nomi, usate la fantasia): ossia la presenza di individui buoni e cattivi, intelligenti e stupidi. Al complottista tutto ciò viene negato, colpevole a prescindere. Questa è una mis-categorizzazione del complottista, in quanto il complottista in realtà fa parte dell’organico di un tessuto sociale, cognitivo, sano. In una società sana deve esserci il complottista come deve esserci una seconda opinione, come deve esserci un controllore, come devono esserci tanti componenti.

    Perché?
    Perché il complottista esiste e fa il complottista?

    Partiamo dalla gaussiana. In una popolazione normale dato il criterio “quanto questa persona crede alla versione ufficiale dei fatti” avremo una coda iniziale che ci crede ben poco e una coda finale che ci crede assolutamente. Osserviamo l’esistenza dei punti estremi delle due code, quelli che non ci credono a prescindere e il loro speculare, quelli che ci credono a prescindere. Avendo un’opinione a prescindere dalla realtà e da ogni discussione questi due gruppi estremisti semplicemente non pensano, per definizione, e abitano la curva della varianza della popolazione insieme a tutti gli altri gruppi: i complottisti, gli scettici, i moderati, i dubbiosi, i credenti..

    Chi tende ad essere fiducioso sta esercitando la fede nel sistema, che è un meccanismo di feedback positivo.
    Chi tende ad essere scettico sta esercitando la critica del sistema, che è un meccanismo di feedback negativo.


    Come insegna la biologia, sono necessari entrambi i meccanismi affinché un sistema sia bilanciato. Yin e Yang. Un sistema privo di feedback negativo è il processo di fissione della bomba atomica.

    L’alternativa al sistema con feedback positivi e negativi è il sistema tautologico, che si fonda e valida solo su se stesso, sempre in accordo, perfettamente allineato al proprio asse, misura e giudice universale. Quindi il controllo chi lo fa? Il controllo non possono farlo i controllori stessi, questa è una situazione che si è ripetuta più volte nella storia dell’uomo, e va sempre a finire male.

    Come mai al complottista vengono queste idee, queste supposizioni? Perché sta esercitando la dote innata dell’uomo di trovare dei pattern, di trovare delle spiegazioni, delle leggi, come fa il cervello dell’uomo dalla scimmia pensante, dalla scimmia con il senno di prima. Cerca questi pattern, cerca questi collegamenti, questi meccanismi e li rende espliciti in modo da poterli utilizzare e così via.. quindi il complottista non è che parta col desiderio di inventare un complotto o il desiderio di vedere un complotto, il complottista in realtà percepisce che c’è un meccanismo, che c’è un processo in azione e cerca di esplicitarlo molto semplicemente, sente che c’è questa cosa e vuole chiarirla, un po’ come quando Poirot se la sente che c’è un assassino, che c’è un movente top per il delitto e cerca di. Ovviamente cerca di, quindi come tutti i processi naturali sia nella scala macroscopica, quindi a livello di società sia a scala microscopica, a livello di cervello, a livello di impulsi nervosi, a livello di cellule, si cerca di fare bene, ma questo “si cerca di”, ovviamente non è la garanzia, è un processo imperfetto, quindi nel momento in cui si cerca di trovare un senso a degli avvenimenti che fino ad oggi è stato nascosto, alcune ricerche, alcune spiegazioni, alcune esplicitazioni di questi processi saranno fatte benissimo e altre saranno fatte male quindi il complottista ha questo moto proprio naturale che lo spinge. Poi i risultati che ha possono essere eccezionali possono essere così così e può anche prendere delle cantonate gigantesche.

    Non è questo, il fatto che prenda una cantonata gigantesca a volte non è e non deve essere assolutamente motivo di cassare quello che è un processo di autocontrollo che è assolutamente naturale sia nella struttura dell’uomo sia quando ad Quando ad esempio si fa dell’autocritica o dell’autoanalisi è la stessa cosa, sia nella scala della società. Quindi ad esempio anche gli investigatori potrebbero essere visti come dei complottisti ma è giusto che ci siano e il loro lavoro ha senso, poi ogni tanto ci saranno delle indagini che sono delle cantonate pazzesche questo non vuol dire che l’investigatore vada abolito o vada deniso, additato, schernito e quant’altro ecco per fare un paragone quindi è un processo che appunto un certo grado di efficienza, un certo grado di di casi positivi che sovrabilanciano quelli negativi e rendono quindi questa cosa sensata.

    Per fare un paragone con chat gpt, questa viene usata anche se ogni tanto prende delle cantonate pazzesche eppure la usiamo e diciamo che è una cosa rivoluzionaria che va benissimo e direttura e addirittura su quella siamo in grado di sorvolare le cantonate e guardare solo la parte positiva che si può ottenere, no?

    E chi ha interesse nel dipingere come macchietta scura il complottista? Al pari del criminale che non vuole investigatori tra le scatole, la componente tautologica del sistema sociale non tollera complottisti tra le scatole. Eliminati questi, la componente tautologica della società non trova più barriere e realizza il suo scopo ultimo, la totalizzazione del sistema.