Par brutto da dire, ma è così: la guerra è necessaria e lo è a tutti i livelli della vita su questo pianeta (e molto probabilmente su altri). “Il conflitto è la madre di tutto”, giusto per citare “qualcuno” e far vedere che non cadiamo esattamente dal pero. Sappiamo di non essere i primi ma talvolta un “re-stating the obvious” torna necessario.
Attraverso l’estremo riportiamo la barra al centro.

Utopia social comunistica di un mondo perfetto senza conflitti (sponsorizzata dal WEF e dalla nostra Gommissione Eurobea, che paradossalmente ultimamente stanno sponsorizzando apertamente i conflitti come se non ci fosse un domani SIC) è chiaramente una menzogna in termini che gioca sull’idea di superiorità assoluta della razionalità sul mondo naturale.
Stiamo osservando delle manifestazioni interessanti di contraddizioni in termini doppio carpiate.
1) Se l’individuo è talmente razionale allora perché servono così tante leggi per mantenere assieme una società?
2) La natura è selvaggia e l’uomo progressista la domina con la legge, ma nello stesso tempo i social sinistri ci dicono che l’ambiente naturale è importantissimo e de-industrializzano l’Euroba.
La follia social sinistro comunista legalizzatrice sta sempre nella dicotomia Legge Naturale – Legge di Diritto in cui la seconda viene utilizzata e sfruttata per dire al cittadino da che parte del letto alzarsi la mattina e con che carta igienica pulirsi il culo … perché qualcun-i (non ce n’è mai uno solo, sono sempre un amalgama indefinita) nella Gommissione l’hanno legiferato.
Che c’entra sto discorso con la guerra?
La guerra, come accennavamo all’inizio, è la manifestazione fisica di un fondamentale disaccordo. Il gatto che caccia l’uccelletto e l’uccelletto cerca in tutti i modi a sua disposizione per non crepare. L’uccelletto non è d’accordo di farsi ammazzare. Il collega che ti fotte la posizione: tu non sei d’accordo a farti fottere uno stipendio più alto e vai per avvocati.
Quando non c’è il tempo per un dialogo non c’è tempo per la diplomazia.
L’unica soluzione è la guerra (se vuoi sopravvivere).
Scendi dal treno in ritardo a mezzanotte in stazione di una grande città e qualcuno ti minaccia con un coltello o ti vuole violentare (nel caso del gentil sesso). Nel mondo legalizzato dai sinistri tu non devi agire, devi farti fottere il portafoglio oppure la… lasciamo alla fantasia del lettore la continuazione. Ma quando certe cose accadono, la polizia fisicamente non è là, la legge X che vieta il porto di coltelli in luoghi pubblici non vale per chi ti sta minacciando. A posteriori … tu puoi essere crepato e la legge sta là, nell’iperuranio della termoburocrazia sinistra, intoccata, pura e infallibile. Il giudice, legale ti guarda e ti dice: “bravo che sei crepato, hai scelto il giusto, se ti difendevi mettevi in discussione le nostre perfettissime leggi”.
Quelle leggi determinano un assoluto che in certi momenti non può essere attuato perché non si ha o il tempo o la conoscenza necessaria per affrontare la situazione. (Con conoscenza intendiamo anche un corso di legittima difesa, oppure il fatto di portare con se uno spray al peperoncino e saperlo usare etc..)
La guerra c’è perché c’è il disaccordo tra te che non vuoi dare i tuoi averi ad un rifiuto umano che non dovrebbe essere lì (sempre perché le leggi perfettissime sono perfette e quindi giuste e quindi se quello che ti vuole accoltellare è là è giusto sia là) e il rifiuto umano che vuole appropriarsi di due spiccioli per portare avanti il fardello della sua esistenza (anche lui combatte per restare vivo).
I social comunisti vogliono un mondo ideale di pecore docili (ggente) e prive di capacità decisionale per far valere le loro leggi assolute e perfette così ci dicono che la guerra è cattiva e che è giusto debellarla…
È una balla gigantesca perché la guerra è connaturata alla natura delle cose: il disaccordo. Disaccordo specialmente in mancanza di tempo (se c’è tempo c’è anche la possibilità di una diplomazia basata sul rispetto reciproco e il dialogo, manca il rispetto? In breve, mancherà anche il tempo e siamo punto a capo). Loro vogliono che non esista più il disaccordo, le opinioni contrarie e libere per affermare il loro sogno bagnato assolutista e giusto.
Il social sinistrismo termoburocratico legalizzatore è un cancro che vuole assorbire l’umanità in un blob informe regolato da piani quinquennali e dalla produzione ideologica della giustizia nell’uniformare il pensiero e sradicare il disaccordo (dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato). La guerra contro questa entità malformata e cancrenosa è Santa! In Hoc Signo!