Articolo di fine 2020 che nessuno ha pubblicato.

È il caso di rispolverare una capacità cognitiva fondamentale, una tra quelle che probabilmente sono valse all’uomo il dominio sulle altre specie, e che tuttavia ultimamente la stessa prosperità raggiunta ha messo a decantare nell’ombra.
Oltre alle capacità di realizzare e utilizzare strumenti, di scrittura e di analisi, la mente umana ha sviluppato la capacità di proiettarsi nel futuro, esplorarlo, e di tornare al presente con la decisione migliore. Questo uovo di Colombo evolutivo ha posto l’uomo in una posizione di vantaggio enorme sull’ambiente circostante.
La scimmia umana può semplicemente procurarsi il cibo quando ha fame -come il resto del mondo animale- oppure può fare sfoggio e tesoro di ben altra classe cognitiva: può decidere di andare a fare molte provviste, perché le sembra che l’inverno quest’anno sarà particolarmente rigido; non solo, prima di incamminarsi può già immaginare nella sua mente diversi sentieri possibili da battere per la raccolta del cibo e pensarci su prima di andare.
Prima di partire, ogni cammino le si presenta con diverso dispendio di energie, diverse offerte di cibo, diversi pericoli. Solo allora, dopo aver immaginato, dopo che la sua mente avrà percorso ciascuno di questi cammini, la scimmia umana eviterà il sentiero più breve che offre solo tigri e radici, eviterà il sentiero lungo che passa per diversi territori di gruppi ostili, e sceglierà il cammino medio ricco di selvaggina.
In qualche punto della storia, ben prima dei diagrammi di Feynman e dell’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, la scimmia umana ha capito che poteva utilizzare le sue capacità cerebrali per testare le sue scelte in un modello “di prova” del mondo, testare le diverse opzioni ragionando, pesarne i risultati e quindi decidere quali azioni intraprendere poi nel mondo reale: questo primate aveva delle chance di riuscita molto più alte rispetto agli animali simili che si limitavano ad agire solo in risposta, col senno di poi. Il nostro primate non lo sa, ma ha a tutti gli effetti eseguito un’esplorazione multi-cammino di un mondo a più dimensioni, trovando un’ottimizzazione basata su pesi(scopi) multipli.
Ovviamente, la bontà della scelta dipenderà strettamente dalla bontà del modello di realtà nella sua mente: in base a questo il sentiero finale risulterà più o meno azzeccato, e la selezione naturale farà poi il resto. Possiamo dire che la bontà del modello mentale della realtà si riconosce principalmente da quanto esso sia in grado di descrivere organicamente il mondo e di quanto correttamente ne preveda l’evoluzione ad ogni istante.
Ora non c’è bisogno di ricordare qui come dai tempi della scimmia il mondo sia diventato più veloce, sfaccettato, dinamico, di vetro e d’acciaio; i pericoli sono più complessi, hanno più inerzia, sono più taglienti. D’altro canto le capacità decisionali dell’homo sapiens sapiens possono e devono tenersi al passo con i tempi, così da permettergli di recuperare il cibo per l’inverno anche stavolta. Ma è davvero così?
Viviamo in un tempo pieno di post-analisi, ma accontentarsi di sedere sull’analisi del post conduce a errori irreparabili, poiché sbagliare nel mondo moderno si traduce in disastri di maggiore portata di quelli generabili dalla scimmia. Se un conducente ferroviario controllasse i freni solo in corsa per poi scoprirli rotti, ebbene non ci sarebbe quantità di analisi, tendenze statistiche e trend che possano salvare lui e tutti i passeggeri. La scimmia avrebbe evitato di trovarsi in questa situazione controllando prima.
Lo scenario sanitario internazionale ha gettato una forte luce sullo spesso strato di polvere accumulato su questa capacità fondamentale dell’uomo, con troppe decisioni prese con il senno di poi e quasi nessuna presa prima; sebbene ci sarebbe molto da discutere su metodi di misurazione, RT, e serie geometriche applicate all’inizio del 2020 ormai tutto questo ha solo rilevanza accademica, e bisogna guardare avanti.
Ci si augura allora che l’uomo rispolveri questa capacità e la metta in atto senza indugi, prima che la crisi verosimilmente muti da sanitaria ad economica, e quindi da economica a sociopolitica: questo perché, che la scimmia umana giochi d’anticipo evitando le tigri o che decida troppo tardi, la natura ne sarà giudice perfettamente indifferente.
Sarebbe allora salutare fermarci un minuto, dieci se necessario, e chiederci se a volte non sia meglio fermarsi prima e ragionare, controllare i freni prima di partire, per evitare di trovarci in una situazione che avremmo potuto evitare, col senno di prima.