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Leggi della Natura e Leggi del diritto

    La crisi pandemica e la crisi della guerra in Ucraina hanno evidenziato quanto l’apparato normativo sia considerato fondamentale per gestire fenomeni di massa o crisi globali (secondo l’avviso di chi emette quelle norme). La legge è uguale per tutti (dicono mentendo), anche nell’ipotesi sia vero, la natura non è uguale per tutti. È un fatto piuttosto crudo ma pare che ognuno abbia DNA diverso ed esperienze diverse. Oppure semplicemente ci si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato e c’è poco da fare se non accettare che le cose che accadano sono molto spesso più grandi di noi. Un greco antico avrebbe abbracciato con coraggio ciò che il Fato gli stava offrendo. Non c’è normativa che tenga se ti trovi in una trincea sotto colpi d’artiglieria. I colpi sparati, seguendo una traiettoria parabolica prevedibile con una buona approssimazione, cadranno in un punto ben specifico e se ci sei sotto…quello è. (Qua non stiamo trascurando l’importanza che le normative hanno in generale, già il fatto che usare armi chimiche sia considerato un crimine di guerra ne ha sostanzialmente evitato l’uso dopo la Prima guerra mondiale, ribandiamo il sostanzialmente. Ma non è questo il punto.) Procediamo.

    Cosa c’è dietro questo sistema che vuole far prevalere la norma rispetto alla legge naturale o alla logica?

    Ovviamente non lo sappiamo, se lo sapessimo saremmo nel sistema e non qua a scrivere ma azzardiamo delle ipotesi casuali: c’è la necessità della fiducia totalitaria e autoreferenziale nella certezza del sistema stesso.

    Durante la pandemia si è arrivati al punto che normette e regolette andassero a scalzare la logica: la legge del diritto ha preso il sopravvento sulla legge naturale.

    Le leggi naturali sono studiate dalla fisica, chimica, logica, matematica etc. perfino la statistica per certi aspetti. Le leggi naturali sono osservabili e si possono modellare in modo più o meno complesso (La discussione dei risultati però è un argomento controverso in quanto è possibile che questi siano manipolati in modo disonesto. Si cambiano le ipotesi o le condizioni al contorno ed il gioco è fatto, si può dimostrare, burocraticamente ciò che si vuole, ma ciò non ha nulla a che vedere con l’accadere della natura.).

    Per quanto si possa discutere e teorizzare sui modelli, le leggi naturali sono incontrovertibili (data la realtà in cui siamo). Se qualcosa non torna è colpa dell’osservatore che non osserva bene oppure non ha capito. Un grave si muoverà secondo le Leggi di Newton (in accordo con le regole del gioco: velocità non relativistiche etc), si può discutere su come modellare i fenomeni di attrito, quelli termici, ciò che si vuole, ma l’evento accade. Eppur si muove.

    Le leggi del diritto affermano accordi e relazioni tra uomini.

    Il problema sorge quando si crea un vuoto tra il diritto e la Natura. Quando certe leggi impongono cose che: o non seguono una logica oppure violano coscientemente le leggi naturali.
    Nell’ultimo caso potremmo inserire dei casi che potrebbero suonare così: per raggiungere gli obiettivi della conferenza di Parigi, l’efficienza termica dei frigoriferi dovrà raddoppiare: per quanto uno possa legiferare, le leggi della Natura ne saranno del tutto indifferenti; la tecnica si adatta ad esse per necessità e non può gran che. In breve: la Natura se ne frega delle normative.

    L’Europa legifera credendo nella superiorità del diritto, Putin agisce seguendo le leggi naturali: se mi rompi il cazzo (Nato), io ti spiezzo in due (Russia).

    Noi crediamo nella superiorità delle leggi naturali non perché ci piacciano ma perché sono quelle che regolano il mondo senza giudizio. Il diritto può funzionare solo se considera attentamente le leggi naturali. Anche se ci possono essere delle eccezioni chiaramente (legge che norma comportamenti umani che non hanno nulla a che fare con la Physis: delitti e pene ad esempio).

    Crediamo infatti che non sia possibile applicare valori economici a spinte ideali, è piuttosto valido il contrario ma solo come conseguenza e non come fine.

    Se l’Occidente non capirà in fretta che la burocrazia del diritto non deve possedere la supremazia sulle leggi naturali possiamo prevedere con una certa sicurezza che l’attuale sistema Europa non potrà reggersi da solo. Infatti, esso non produce i beni necessari alla propria intimamente sussistenza. Il sistema burocratico europeo è una macchina che brucia energia senza creare (più) beni di scambio con valore sufficiente a ripagare quell’energia spesa. È un semplice bilancio energetico: qua si rimanda a Sgaragac e burocrazia termodinamica, mentre la Natura tira dritto senza alzare un sopracciglio.