
Potremmo dire che dalla Rivoluzione francese l’Occidente ha perso il legame con la trascendenza. Ecco perché il tentativo fallito del Romanticismo (tragedia dell’uomo prometeico che vende l’anima al diavolo per raggiungere i suoi scopi).
In realtà la strada della cancellazione della trascendenza è stata lunga e non immediata; durante quel percorso ci sono state tappe alle quali si sarebbe potuta salvare. L’ultima di queste fu il futurismo.
Ma che c’entra la tradizione con la Volontà di Potenza?
Ebbene, l’Occidente differisce dall’Oriente per l’approccio alla via dell’ascesi: l’Oriente si è caratterizzato attraverso la via contemplativa, l’Occidente per quella dell’azione eroica.
La spiritualità la si trovava nella conquista immanente che diventava mito: colonna Traiana, Arc de triomphe etc…
Il futurismo, forse inconsapevolmente, cercava la Volontà di Potenza nella tecnica affinché l’Uomo dominasse la Natura. La Tecnica, indipendentemente dalla sua complessità, era uno strumento di conquista e grandezza: motociclette ed aerei lanciati a folli corse, battaglie con pugnale e bombe a mano.
Ma qualcosa è andato storto.
Per qualche motivo, dal secondo dopoguerra in poi, la vita umana è diventata una risorsa enorme, gli si è dato un valore economico ben preciso, di conseguenza un costo. Perdere la vita è una spesa di denaro abbastanza ingente, va evitata a tutti i costi. La safety va messa al primo posto su tutto. Le statistiche dimostrano che….fogli excel…grafici, le normative impongono che…le assicurazioni rimborsano se…
Ma il centro della safety è che a nessuno gliene frega un cazzo di salvare della gente bensì di riempire il tempo e per i vari responsabili della sicurezza di crearsi uno stipendio dal nulla applicando regole e regolette che in realtà sono solo un palliativo a qualsiasi vera intenzione a salvare qualcuno. Gente che fa corsi per la sicurezza sul lavoro che insegna molto seriamente come salire una scaletta facendoti credere che fino a quel momento tu l’abbia fatto sbagliato. Molti ci cascano e perdono tempo ad ascoltare questi ciarlatani e venditori di fumo. Quello che gli spettatori stanno scambiando è il tempo della loro vita per non avere nulla in cambio e anzi dare la giustificazione dell’esistenza di questi sistemi perversi della safety first.
Riduzione dei rischi per una vita da pecore più sicura. Se non si rischia allora nulla potrà accadere di male. Niente di più banale e inutile visto che il rischio è proporzionato alle capacità e dall’esperienza di ogni singola persona.
Il rischio, tramite alla Volontà di Potenza, è stato burocraticamente ridotto, ridicolizzato vietato: così tanto che ormai il rischio, e di conseguenza la sua compagna la sfida, è un fenomeno adolescenziale oppure qualcosa di inconsapevole.
La normativa ha strozzato la Volontà di Potenza.
Siamo quindi fantasmi leggeri sotto il vento della legge e della tecnica (non più come strumento qua ma come fine ultimo). La tecnica oggi schiavizza, non libera od emancipa. Se per essere compliant con la safety bisogna chiedere l’autorizzazione a terze parti per fare qualunque cosa (terze parti che generalmente sono male informate e non competenti se non nel campo della safety, il che rende ogni discorso con l’ente terzo autoreferenziale e quindi privo di sbocco pratico) la domanda che sorge spontanea è: dov’è finita la libertà se in fondo è necessario chiedere quell’autorizzazione per esercitarla?
Per ridare vitalità all’Occidente bisognerebbe riportarlo sulla strada originaria dove lo strumento è solo il tramite per l’uomo, nella sfida e nel rischio, alla trascendenza.